Articolo pubblicato su www.liberatv.ch in data 25.10.2014.
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Come ti fotografo, per capire come ti guardo il mondo: la macchina fotografica, la copia del nostro occhio
“E sono gli elementi in comune che ci permettono di conoscere meglio come funziona la nostra vista”, spiega l’ottico Nicolas Augsburger Rossi, di Stile Ottica, con cui abbiamo realizzato il primo di una serie di articoli sul tema.
Gli occhi sono lo specchio dell’anima: con loro parliamo, sorridiamo, piangiamo, sbuffiamo. Ma soprattutto con loro osserviamo il mondo che ci circonda e, in un certo senso, lo fotografiamo. Non a caso, sono molte le similitudini fra i nostri occhi e le macchine fotografiche, da quella tradizionale a quella integrata sui nostri cellulari.
E proprio su questa similitudine si concentra il primo di una serie di articoli sulla vista, nati in collaborazione con l’ottico Nicolas Augsburger Rossi, di Stile Ottica.
“Il principio della fotocamera – spiega – è stato copiato dall’occhio. E sono gli elementi in comune che ci permettono di capire meglio come funziona la nostra vista”.
Le analogie si concentrano su tre parti: il diaframma, che corrisponde alla nostra iride; la lente dell’obiettivo, ossia il nostro cristallino e il sensore, corrispettivo meccanico della retina.
Cominciamo dal primo, il diaframma che, come la nostra iride (la parte colorata dell’occhio, al cui centro c’è la pupilla) serve a regolare la quantità di luce che entra ma non solo. Un altro aspetto è quello della profondità di campo, cioè, se metto a fuoco un oggetto, quanto vedo netto, chiaramente, davanti e dietro ad esso, spiega Augsburger. “Se il diaframma è molto aperto (ossia se le pupille sono molto dilatate), vedrò l'oggetto inquadrato in modo chiaro, ma quello che si trova prima e dopo sarà molto sfocato. Al contrario, se il diaframma è poco aperto (pupille piccole), vedrò netto anche quello che si trova un po' avanti e un po' dietro all'oggetto”.
Luce, profondità di campo e ‘grandezza’ della nostra pupilla, sono quindi intimamente legate.
Ma per vedere bene abbiamo bisogno di tanta luce, e l’esempio più lampante è nella lettura. “In pratica per noi, leggere in un ambiente molto luminoso ci permette di sforzare meno la vista, questo perché mettere a fuoco a una distanza maggiore rispetto al testo stanca meno l'occhio”.
In un ambiente molto luminoso perciò, la luce da ‘far entrare’ per mettere a fuoco è minore e la pupilla è quindi più chiusa. Ma a volte ciò non avviene alla perfezione, come è il caso dei miopi. “Se la luce non basta a fare ridurre la pupilla, il miope non abbastanza corretto, ossia senza al giusta gradazione di occhiali, cercherà automaticamente di strizzare le palpebre per tentare di far entrare ancora meno luce”. E non a caso, aggiunge, la parola miope proviene da un termine greco che sta proprio a significare "colui che socchiude gli occhi".
Il cristallino invece “è responsabile della messa a fuoco sugli oggetti ravvicinati”. Un po’ come la funzione ‘macro’ sulle macchine fotografiche. Ma il parallelo ha qui bisogno di qualche distinguo. La fotocamera infatti riesce a cambiare la sua capacità di mettere a fuoco oggetti più o meno vicini, modificando la sua distanza rispetto al sensore, questo perché la bombatura della lente è fissa. Il cristallino ha invece una distanza immutabile rispetto agli altri elementi dell’occhio, ma è in grado di cambiare forma, diventando più convesso, più bombato, quando guardiamo un oggetto ravvicinato.
“Quando l'occhio è ben corretto – racconta –, cominciamo a utilizzare lo sforzo accomodativo, ossia questa capacità di modificare la forma del cristallino, attorno ai 5 metri. Più l'oggetto è vicino e più lo sforzo, la bombatura è intensa”.
Il sensore infine, come la retina, è la ‘tenda’ su cui si apre l’obiettivo, o la pupilla, lasciando entrare l’immagine che vogliamo catturare. “Riceve la luce e la trasforma in impulsi elettrici che verranno interpretati dal microprocessore per il primo e dal cervello per la seconda”.
Articolo pubblicato su www.liberatv.ch in data 24.11.2014.
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Articolo pubblicato su www.liberatv.ch in data 12.01.2015.
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Articolo pubblicato su www.liberatv.ch in data 16.08.2014.
Torna il sole e allora… meglio non rimanerne accecati!
Ecco come scegliere il paio di occhiali più adatto a noi:
Nicolas Augsburger Rossi, proprietario di Stile Ottica a Mendrisio: “Il fattore decisivo è nel comfort: determinanti sono l’uso che ne faremo e la sensibilità del nostro occhio”
Finalmente estate! Sappiamo che non durerà a lungo, ma questa piccola serie di belle giornate ritempra certamente lo spirito e ci lascia cullare per un po’ nell’idea di star finalmente vivendo la calda stagione. Il sole però non è sempre nostro amico, soprattutto quando non si è avuto modo di abituarsi e prepararsi alla sua presenza. Ma proteggere la pelle non è l’unica cosa importante, anche gli occhi hanno bisogno dei loro ‘schermi’. E poi, sol leone o meno, gli occhiali da sole rimangono uno dei gadget irrinunciabili di questa stagione.
Abbiamo chiesto quindi qualche consiglio a un esperto del settore, Nicolas Augsburger Rossi, proprietario insieme alla moglie Ramona di Stile Ottica a Mendrisio.
Essenziale, ricorda, è che gli occhiali abbiano una protezione contro i raggi UV, ma rivolgendosi ai negozi specializzati questa garanzia è soddisfatta al 100%. Per il resto, aggiunge, “la scelta è davvero enorme, con lenti e montature per tutte le esigenze e gusti. Esistono, per esempio, modelli e lenti con tagli e colori specifici per i vari sport, dal golf alle attività in montagna”.
Il fattore decisivo però è nel comfort: determinanti sono l’uso che ne faremo e la sensibilità del nostro occhio. “Il tipo di lente più versatile è quella polarizzata, perché elimina i riflessi e dà una qualità e una nitidezza impareggiabili e infatti difficilmente chi la prova decide poi di tornare indietro. Inoltre è perfetta anche per quando ci si trova alla guida, perché toglie i riflessi del cruscotto sul parabrezza garantendo quindi una vista più sicura”.
Se invece vogliamo guardare ai trend, oltre ai brand consolidati, aggiunge, “adesso vanno tanto anche le lenti a specchio colorato, un ritorno agli anni Novanta ma con modelli aggiornati”.
Importante però, ricorda Augsburger Rossi, pensare anche agli occhi dei bambini e già dalla tenera età: “In negozio abbiamo una buona linea, che consigliamo spesso perché studiata proprio per le loro esigenze con montature funzionali, pratiche e soprattutto resistenti”.
Veniamo però ai costi: “Per gli adulti ci sono già modelli di primo prezzo a partire dagli 85 franchi, ma la fascia in cui si ha la più vasta scelta con lenti già di ottima qualità è quella che va dai 160 ai 180 franchi circa. Per un paio di occhiali da sole per bambini il prezzo è invece attorno ai 40 franchi”.
Parlando di prezzi, chiediamo quindi se fra le cose da non fare assolutamente quando si sceglie un paio di occhiali da sole ci sia quella di farsi allettare dai costi più modici dei modelli disponibili nei negozi non specializzati. Insomma, meglio spender un po’ di più e non rovinarsi la vista?
“Si tratta in realtà di un falso mito – risponde Augsburger Rossi –. La differenza è ovviamente tutta nella qualità di montature e lenti: con un occhiale di categoria superiore, preso nei negozi specializzati, la qualità ottica è rispettata e, se trattati con cura, sono occhiali che durano molto nel tempo. Invece certe linee che si trovano nei supermercati non montano delle lenti vere e proprie, ma dei filtri molto più sottili e quindi con delle distorsioni, che potrebbero poi causare problemi. Vanno bene quindi per un uso ‘vacanziero’ diciamo, non rovinano la vista ma il vero effetto collaterale è che stancano molto più rapidamente la vista, con le conseguenze che ne derivano come mal di testa e affaticamento degli occhi delle persone più sensibili. Dunque: chi più spende meno spende! Un buon paio di occhiali da sole garantisce il meglio per la protezione degli occhi”.
Articolo pubblicato su www.liberatv.ch in data 15.06.2014.
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Nicolas e la "guerra degli occhiali": un giovane ottico racconta come ha vinto chi gli ha messo i bastoni... tra le lenti
Diplomato a Olten, nel 2010 ha aperto un negozio a Mendrisio, ma qualche concorrente sleale ha tentato di convincere i fornitori a non vendergli occhiali. "Ora la concorrenza la faccio io: su due lenti ne paghi una sola"
Si fa presto a dire: non lamentarti, datti da fare, lavora sodo, e vedrai che avrai fortuna! Ne sa qualcosa Nicolas Augsburger Rossi, 36 anni, con un diploma federale di optometrista conseguito alla scuola di Olten, tra le migliori in Svizzera, che nel 2010 ha avuto l’ardire di sfidare il mondo ticinese degli ottici. Insieme a sua moglie, Ramona, che ha 26 anni, ha aperto un piccolo negozio a Mendrisio, a due passi dal FoxTown. Lo hanno chiamato Stile Ottica.
Ha fatto, insomma, quel passo che molto spesso i giovani sono spronati a fare da chi sostiene che l’economia abbia bisogno di coraggio, nuove sfide, e mentalità imprenditoriale: si è messo in proprio e ha lasciato il posto di dipendente in un negozio di ottica della regione. Ed ecco cosa si è trovato davanti.
“Prima di aprire il negozio – racconta Nicolas – abbiamo ovviamente contattato i fornitori di occhiali e di lenti. Ci hanno garantito che sarebbero stati felici di lavorare anche con noi. Ma poi, pochi giorni prima dell’apertura in diversi si sono tirati indietro, così che ci siamo trovati ad avere a disposizione pochissime montature e modelli di occhiali”.
Evidentemente qualcuno, a cui dava fastidio un nuovo concorrente, ha fatto pressione sui fornitori di occhiali convincendoli a non lavorare con i coniugi Augsburger Rossi. Altro che libero mercato! La situazione si è poi sbloccata, grazie all’intervento di un ottico luganese che si è preso a cuore la causa di Nicolas, intervenendo a sua volta presso i fornitori. È proprio il caso di dire che qualcuno ha tentato di mettergli... i bastoni tra le lenti.
Da circa tre anni Nicolas e Ramona hanno trasferito il loro negozio in via Motta, nel centro di Mendrisio, e adesso si fanno apprezzare sempre di più dalla clientela locale. Stile Ottica propone un ventaglio di circa 600 montature, impiega un solo dipendente, perché i costi vanno tenuti sotto controllo quando si avvia un’attività. E soprattutto, dice Nicolas, niente frontalieri, per una questione di responsabilità sociale.
“Altri fanno scelte diverse. Le rispetto ma non le condivido. Altrimenti poi non posso lamentarmi se alla fine i ticinesi vanno a comprare gli occhiali in Italia. Noi compriamo anche tutto il materiale da fornitori svizzeri, altri ottici ticinesi acquistano in Italia, a prezzi italiani, e rivendono ovviamente a prezzi svizzeri”.
Da un paio di mesi Stile Ottica ha lanciato uno shop online per lenti a contatto e occhiali da sole. Ma soprattutto, rinunciando a una parte di potenziale guadagno, Augsburger Rossi ha promosso un’azione che ricorda i famosi fustini del Dixan: prendi due e paghi uno.
“È uno sconto che facciamo su qualsiasi tipo di lente – dice, precisando che le sue lenti sono realizzate in Svizzera -, comprese quelle progressive. Insomma, offriamo ai nostri clienti un risparmio consistente sulla parte più costosa degli occhiali, che sono appunto le lenti. Se ragioniamo unicamente a livello di prezzi, acquistare occhiali in alcuni negozi italiani costa forse un pochino di meno. Ma la nostra azione di sconto del 50% sulle lenti ci permette di essere concorrenziali. In più garantiamo un servizio dopo vendita accurato, un altro punto a favore del cliente".
emmebi